DLI: hic sunt leones?
Il working party dell'EBMT della terapia cellulare e immunobiologia (CTIWP) che ha recentemente pubblicato delle raccomandazioni sull'uso dei DLI (1), è stato promotore di una survey volta a raffigurare la real life dell'utilizzo dei DLI. In questo lavoro ne vengono riportati i risultati.
Nicole Santoro et al.: Current use of donor lymphocyte infusions after allogenic stem cell transplantation in Europe: a survey on behalf of the cellular therapy and immunobiology working party of the EBMT .Bone marrow transplant. 2025 May;60(5):697-701
Si tratta di un quetionario inviato a 461 centri EBMT nel gennaio 2024, a cui hanno risposto 165 programmi trapianto sparsi in 43 nazioni (35,7% dei centri).
Le DLI non maniplate sono state classificate in profilattiche, preemptive (in due diverse indicazioni: chimerismo misto e MRD positività ) e terapeutiche.
Le DLI profilattiche sono utilizzate da meno della metà dei centri (43,8%), mentre le preemptive (nelle 2 accezioni) e le terapeutiche nella maggioranza dei centri (rispettivamente 89,4, 86,9 e 73,1%).
Le indicazioni dei DLI profilattici sono state riposte essenzialmente sulle caratteristiche della patologia che ha portato al trapianto: assenza di remissione completa al trapianto, malattia ad alto rischio di recidiva e necessità di più cicli chemioterapici per raggiungere la remissione. Un minor numero di centri li utilizza per incrementare il recupero immunologico in trapianti T depleti.
I criteri per l'eleggibilita ai DLI non sono standardizzati, ma vi è un certo accordo nel considerare la GvHD attiva ( 85,6%) e una infezione attiva (57,5%) controindicazioni assolute all'infusione dei DLI. La maggioranza dei centri considera anche la sospensione della immunosoppressione un prerequisito essenziale, ma il 28,1% dei programmi trapianto infonde DLI in corso di terapia immunosoppressiva. . La citopenia invece non è considerata una controindicazione per la maggioranza dei centri (71%).
Riguardo alle modalità di raccolta, gran parte dei centri (71,2%) raccoglie i DLI al momento dell'indicazione clinica, mentre una minoranza (10,6 %)dei centri utilizza l'eccesso criopreservato al momento del trapianto .
Variegati gli schemi di somministrazione: partendo da una dose compresa fra 5 x 10^5 cd 3+/kg e 1 x 10^7 cd3+/kg (la dose più bassa utilizzata prevalentemente in ambito aploidentico e la piu alta in alcuni casi di infusioni terapeutiche), si somministrano secondo uno schema incrementale (escalated dose) ogni 4-6 settimane , con un incremento di 0,5 log ad ogni infusione in più del 90% dei centri, indipendentemente dalla indicazione terapeutica. Il timing di infusione della prima dose è compreso fra 3 e 5 mesi, anche se poco meno di un terzo dei centri dichiara di infondere DLI anche nei primi tre mesi dal trapianto. Pochissimi centri viversa somministrano la prima dose dopo i sei mesi dal trapianto, essenzialmente a scopo terapeutico (5,3%).
Quasi 3/4 dei centri(73,9%) controlla la risposta ai DLI prima di ogni dose successiva. Non viene dichiarato un numero minimo o massimo di dosi di DLI. La maggioranza dei centri, (83%), stoppa le infusioni al momento della negativizzazione della MRD,nel caso di DLI preemptive. In assenza di complicazioni , in caso di DLI preemptive o terapeutici, circa metà dei centri continua la somministrazioni fino a che sia presente una necessità clinica.
Per quanto riguarda le terapie concomitanti, il dato più interessante che la maggioranza dei centri non utilizza una profilassi antibatterica o antifungina (76%), mentre meno della metà dei centri utilizza una profilassi antivirale (42%). La stragrande maggioranza non ricorre ad una profilassi immusoppressiva (90%).
Questo lavoro evidenzia come l'utilizzo di DLI non manipolati sia una pratica comune nei centri EBMT. Le variabili che li accompagnano sono molto diffcili da standardizzare ( per esempio tipo di patologia di base e sua fase, presenza di eventuali complicanze, tipo donatore, piattaforma di immunosoppressione utilizzata, regime di condizionamento, metodica di misurazione della MRD o del chimerismo e cosi via) . Cio' rende estremamente complicato misurare l'eventuale tossicita' o efficacia dei DLI, specialmente in confronto con altre straegie di manteniemnto o salvataggio post trapianto. Appare quindi fondamentale ascoltare il richiamo degli autori al reporting preciso e completo delle infusione dei DLI sul nuovo data set del registro EBMT , nonostante indubbie difficolta per alcuni centri a ottemperare a questo richiamo.
Bibliografia