Abstract o full paper? Leggere bene le avvertenze prima dell’uso

Vi è mai capitato di leggere un abstract e poi notare che i conti non tornano quando leggete l’articolo finale pubblicato? Forse no, ma è quello che hanno osservato Beyar-Katz e coll. in una Letter to Blood di aprile

La pubblicazione precoce di dati è potenzialmente esposta a dei rischi, in considerazione del fatto che gli outcome di sopravvivenza possono cambiare col tempo (1) e che talvolta esiste una pressione considerevole per disseminare rapidamente i risultati dei clinical trials. Inoltre, gli abstracts presentati ai congressi possono essere incorporati in meta-analisi e systematic reviews, influenzando pertanto il decision-making e la pratica clinica. Gli autori di questa Letter to Blood (Bayer-Katz et al., Blood 2017) hanno analizzato 99 papers pubblicati su riviste maggiori ed hanno confrontato gli outcomes con i dati riportati nei rispettivi abstract qualche mese prima

Sorprendentemente (o forse no, come vedremo nella discussione), è stato trovato che 59 studi mostravano risultati discrepanti, ed addirittura in 42 studi questa discrepanza superava un valore del 10% sull'outcome di interesse: poco più della metà di questi 42 (n=23) riportavano una risposta più alta nel paper rispetto all’abstract, mentre per i rimanenti 19 la situazione era contraria. Cercando le ragioni di tali discrepanze, gli autori citano l’arruolamento successivo di ulteriori pazienti come motivo principale; non escludono tuttavia la mancanza di una revisione rigorosa (come invece avviene per gli articoli pubblicati) o cambi in corso d’opera dei criteri di eleggibilità ai trials come possibili cause addizionali

Non è noto quanti tra questi 99 studi siano trapiantologici, tuttavia l’argomento è degno di nota perché riguarda il campo della ricerca clinica in ematologia. I risultati sono in linea con quanto riportato precedentemente in due ambiti diversi (2, 3). Pur non cambiando direttamente la pratica clinica, questi dati aiutano a migliorare il nostro senso critico nell’interpretazione di ciò che leggiamo, pensando sempre alle avvertenze prima dell’uso