Pensiamo ai pazienti, ma quanto pensiamo ai donatori?

Il report recente di Burns et al. sul numero di giugno di BBMT mette in evidenza con grande chiarezza i tempi di recupero dopo la donazione sia di PBSC che di BM, fornendo un ottimo strumento nel counseling con il donatore.

Burns LJ, et al. Biol Blood Marrow Transplant. 2016; 22: 1108-1116

Si tratta di un’analisi secondaria, prespecificata, all’interno dello studio clinico “BMT CTN 0201” condotto dallo statunitense Blood and Marrow Transplant Clinical Trial Network, che ha confrontato l’uso di cellule staminali periferiche (PBSC) vs. midollo osseo (BM) da donatori non consanguinei, in maniera randomizzata. Lo studio è stato pubblicato 4 anni fa ed ha mostrato l’assenza di differenza nella sopravvivenza nei pazienti a 2 anni dal trapianto (Anasetti C, et al. NEJM 2012). La presente analisi invece si focalizza sui donatori ed in particolare su tre elementi: 1) il tempo necessario per un recupero fisico completo dopo la donazione; 2) gli effetti collaterali, in particolare il dolore osseo e l’astenia; 3) i cambi dei valori ematici. Il tutto è stato eseguito tramite colloqui telefonici, questionari, esami di laboratorio condotti su ben 526 donatori in maniera prospettica partendo dal baseline e successivamente a dei timepoints fissi dopo la donazione.

I tempi mediani di recupero fisico completo sono stati di 1 settimana per i donatori di PBSC e di 2.3 settimane per quelli di BM, con un’incidenza di recupero a 6 mesi di 99% e 97%, rispettivamente (p=0.123). Dopo 2 anni, solo 1 donatore di PBSC e 2 di BM riferiscono ancora sintomi. Per quanto riguarda gli effetti collaterali della donazione, 9 donatori su 10 riportano un certo grado di dolore osseo in entrambi gruppi, e tale dolore persiste in un grado che va da 2 a 4 solo nel 2% (PBSC) e 14% (BM) dei donatori a 1 settimana. Dato importante, l’astenia è più frequente nei donatori più “vecchi”, cioè coloro i quali sono al di sopra dei 30 anni. Infine, i dati di laboratorio evidenziano una perdita media di 3.01 grammi di Hb nei maschi e di 3.86 nelle femmine sottoposte ad espianto, con un ritorno ai valori pre-donazione nei 6 mesi successivi alla donazione.

Senza nulla togliere agli studi precedenti (Holig K Blood 2009, Miller JP BBMT 2008, Billen A BBMT 2015, per citarne qualcuno), la presentazione chiara dei risultati, associata ad una metodologia di raccolta prospettica dei dati, per di più nel contesto di uno studio randomizzato (dove quindi non vi è stata la scelta a priori del donatore sulla base del prodotto da donare), invoglia a generalizzare tali risultati nel contesto locale ed a utilizzare questo studio come uno dei principali riferimenti per il counseling dei donatori, al fine di dare loro il massimo di informazioni prima della donazione. Il fatto che il tempo di recupero osservato è più corto negli anni più recenti, oltre ad essere un dato incoraggiante spinge alla riflessione sull’ottimizzazione della terapia di supporto così come dichiarato dagli stessi autori alla fine del testo.