Nutrizione, forza e motivazione: il punto di vista del logopedista

Questo studio osservazionale  giapponese mette in luce l’importanza di una nutrizione efficace e di una corretta attività fisica costante anche durante la terapia ematologica; questa volta ve ne parliamo attraverso gli occhi di un logopedista.

Takuya Fukushima et Al. Factors associated with muscle function in patients with hematologic malignancies undergoing chemotherapy. Support Care Cancer. 2020 Mar; 28(3):1433-1439. doi: 10.1007/s00520-019-04955-2. Epub 2019 Jul 3.

 

Lo studio osservazionale trasversale condotto da Nakano e colleghi affronta un tema spesso sottovalutato ma di grande rilevanza clinica: la disfunzione muscolare nei pazienti con neoplasie ematologiche sottoposti a chemioterapia. L’interesse verso tale tematica nasce dalla crescente evidenza che la perdita di massa e forza muscolare (sarcopenia) in questi pazienti non solo compromette l’autonomia funzionale, ma è anche correlata a una peggiore tolleranza al trattamento e a prognosi sfavorevoli.

Sono stati arruolati 88 pazienti ricoverati per chemioterapia, tutti sottoposti a programmi riabilitativi. I criteri di inclusione e le variabili misurate comprendono: caratteristiche cliniche generali, funzione, livello di attività fisica, sintomi fisici, distress psicologico e self-efficacy rispetto all’attività fisica. Le analisi statistiche sono state effettuate con regressione multipla, tenendo conto dei potenziali fattori confondenti. Inoltre, è interessante l’approccio multidisciplinare che hanno scelto di utilizzare nello studio.

I risultati confermano ciò che spesso osserviamo nella pratica quotidiana, ma che raramente viene misurato con sistematicità.

Lo studio ha definito che lo stato nutrizionale e l’attività fisica sono risultati fattori significativi per la massa muscolare scheletrica. In particolare, lo spessore muscolare (Indice di Massa Muscolare) è risultato significativamente associato a tre variabili: Conta linfocitaria, Indice di Rischio Nutrizionale Geriatrico (GNRI) che conferma la stretta correlazione tra stato nutrizionale e trofismo muscolare e il livello di attività fisica (numero di passi giornalieri).

L’attività fisica e l’autoefficacia sono risultati fattori significativi associati alla forza muscolare nei pazienti con neoplasie ematologiche. Lo studio non ha identificato i fattori per cui l’autoefficacia influenza la forza muscolare, si attendono ulteriori studi per definire questa influenza. La forza muscolare isometrica è risultata significativamente correlata con l’attività fisica e con la self-efficacy, ovvero la fiducia del paziente nella propria capacità di mantenere uno stile di vita attivo anche in presenza di ostacoli. Questo dato è particolarmente interessante: la motivazione personale all’attività fisica sembra essere un predittore rilevante della performance muscolare, suggerendo che aspetti psicologici e comportamentali giocano un ruolo centrale nella prevenzione della sarcopenia.

Nonostante i limiti dello studio che riguardano la conduzione dello stesso in una singola struttura e la selezione dei partecipanti in soggetti che potessero eseguire le valutazioni, tralasciando i pazienti in scarse condizioni generali, si è valutato che nei pazienti con patologie ematologiche si dovrebbero rinforzare la nutrizione, l’attività fisica e l’autoefficacia.

Per quanto riguarda lo stato nutrizionale propongono un’indagine  preventiva dei gusti alimentari del soggetto. In questo modo durante la terapia si potrebbe intervenire con cibi già conosciuti e apprezzati dal paziente e quindi meglio tollerati e appetibili. I farmaci ematologici e le chemioterapie influiscono fortemente sull’assunzione dei cibi, visto che tra le controindicazioni sono presenti disturbi gastrointestinali, tra cui nausea e diarrea.

Per quanto riguarda l’attività fisica si dovrebbe valutare la forza muscolare pre-intervento e la capacità del soggetto all’attività fisica. Anche in questo caso i farmaci ematologici influenzeranno negativamente perché tra le controindicazioni sono presenti astenia/fatigue e affaticabilità.

Per l’autoefficacia propongono una valutazione preventiva delle caratteristiche caratteriali del paziente, monitorando la sua capacità di gestirla durante la terapia. Durante la terapia si dovrebbe monitorare lo stato psicofisico per cercare di integrarlo se dovesse diminuire in modo significativo. Consigliano, inoltre,  l’utilizzo delle scale di autovalutazione della depressione per monitorarne lo stato durante la terapia.

Questo studio apporta un contributo significativo alla pratica clinica riabilitativa e infermieristica nei pazienti onco-ematologici, suggerendo che la funzione muscolare non è unicamente legata a fattori biologici, ma anche allo stato nutrizionale, al livello di attività fisica e alla motivazione personale. L’identificazione di questi fattori consente una presa in carico più mirata, proattiva e multidimensionale. Per incrementare questi importati fattori si dovrebbe integrare nell’equipe che gestisce il paziente le seguenti figure: nutrizionista, logopedista (se dovessero esistere problematiche legate all’assunzione dei cibi), fisioterapista e psicologo. Inoltre, il caregiver dovrebbe avere un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’attività fisica a lungo termine.

Nelle valutazioni pre-intervento dovrebbero essere inseriti una scala di valutazione alimentare, di monitoraggio dell’attività fisica e di valutazione della self-efficacy. Non da ultimo, il personale sanitario dovrebbe essere formato per promuovere l’attività fisica personalizzata, attraverso strategie comportamentali e supporto motivazionale.

  • A cura di
    Fausto Ferretti, Logopedista, Medicina Fisica e Riabilitazione; AOU SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, in collaborazione con Chiara Cannici e Francesca Palmisano, CIC 825
  • Pubblicato
    31 Luglio 2025