La riabilitazione multidisciplinare nei pazienti sottoposti a TCSE: mitigare il declino fisico e migliorare la qualità della vita post-trapianto

Come mostra questo interessante studio giapponese, I pazienti sottoposti a trapianto di CSE riducono notevolmente l'attività fisica durante il loro percorso trapiantologico. Di conseguenza, le funzioni fisiche come la forza muscolare, l'endurance, le attività quotidiane e la qualità della vita diminuiscono. La riabilitazione è utile per migliorare la riduzione dell’attività fisica, i disturbi motori, l’aggravamento della fatigue e la diminuzione della qualità della vita associati al trattamento.

Takahiro Takekiyo, Shinichiro Morishita Fukushima,Effect of rehabilitation in patients undergoing hematopoietic stem cell transplantation. J Med Sci 2023 Aug 10;69(2):73-83

I pazienti sottoposti a trapianto di CSE possono presentare declini nella funzione fisica, mentale e nella qualità della vita a causa della riduzione dell’attività derivante dalle reazioni avverse alla chemioterapia pre-trapianto e dalle complicanze post-trapianto. La riabilitazione post-trapianto si dimostra efficace nel prevenire il deterioramento della funzione fisica, ridurre l'affaticamento e migliorare la qualità della vita. È raccomandata una terapia fisica in combinazione all’esercizio aerobico e all’allenamento della forza. La gestione del rischio è fondamentale e basata su parametri oggettivi come anemia e bassa conta piastrinica. Un approccio multidisciplinare è essenziale per garantire una dimissione precoce e un ritorno rapido alla società. Questo studio ci fornisce una panoramica della riabilitazione TCSE e ne dimostra l'efficacia.

 

Sebbene conosciamo i limiti di una review non sistematica, i dati di questo studio sono presentati in maniera schematica e molto accattivante: vengono divisi i risultati per tipologia di esercizio e per momento del ricovero (pre – intra – post ricovero), attraverso schemi che visivamente accompagnano i lettori.

Durante il pre-ricovero vengono utilizzati diversi strumenti standardizzati di assessment, che includono:

- la valutazione della funzione fisica, ossia forza muscolare, tolleranza all'esercizio, capacità di deambulazione,  flessibilità e equilibrio;

- La composizione corporea, valutata misurando il peso corporeo e la massa muscolare;

- La massa muscolare, misurata utilizzando il metodo non invasivo di analisi dell'impedenza bioelettrica (BIA)

- Altre valutazioni, delle attività quotidiane, la fatigue, l'ansia e la qualità della vita (QOL)

Prima del trapianto:

La fisioterapia dovrebbe essere iniziata il prima possibile dopo la diagnosi di malattia ematologica per prevenire il declino della funzione fisica pre-trapianto. In questa fase in genere sono raccomandati 20-30 minuti di esercizi aerobici almeno 4 giorni alla settimana e 10-20 minuti di esercizi di forza almeno 3 giorni alla settimana. Gli esercizi fisici, inclusi quelli aerobici, di resistenza, di forza, di equilibrio e di stretching, influenzano positivamente la sfera psicosociale.

Durante la degenza per trapiantolo:

Gli obiettivi dell'intervento riabilitativo dovrebbero essere rimodulati per mantenere le attività quotidiane del paziente e continuare la terapia fisica, anche per brevi periodi. È altrettanto importante che il terapista incoraggi il paziente a continuare gli stretching e a rimanere seduto -con le dovute accortezze e se il paziente acconsente- anche in presenza dei primi effetti collaterali del condizionamento come nausea, diarrea, mucosite e febbre (eccetto per temperature corporee superiori a 38°C), spiegando al paziente l’importanza della mobilità. Se la riabilitazione non può essere eseguita, è importante continuare a valutare i movimenti dei pazienti, come le attività di base (sedersi e alzarsi) e recarsi in bagno. Continuare con interventi a bassa intensità come stretching e rilassamento, senza interrompere, se possibile, il trattamento in quanto l'esercizio nei riceventi allogenici migliora la distanza di cammino di 6 minuti, la forza muscolare respiratoria e ha un impatto positivo sulla sopravvivenza post-dimissione. Sono altresì importanti le misure per prevenire le cadute che possono verificarsi più frequentemente dopo l'attecchimento perchè correlate all'uso di oppioidi e alla debolezza muscolare degli arti inferiori.

Dopo il trapianto:

Gli obiettivi della fisioterapia sono ripristinare la funzione fisica e le attività quotidiane ridotte durante il ricovero, tenendo conto delle complicanze ancora in atto e di quelle che potrebbero subentrare (es. GvHD). La quantità e qualità consigliata di attività fisica dopo la dimissione  include esercizio aerobico per un totale settimanale di almeno 150 minuti (a carico moderato) per 3-5 giorni a settimana, stretching quotidiano e allenamento della forza due o tre volte a settimana. In generale, l'esercizio terapeutico nei pazienti trapiantati  sembra contribuire al mantenimento della funzione fisica, della QOL e della sopravvivenza dopo il trapianto.

Diverse complicanze causate dal trapianto possono determinare periodi di degenza molto lunghi. La riabilitazione mirata a una dimissione precoce e alla reintegrazione nella società è estremamente importante ma non basta: serve uno sguardo proattivo e più profondo. D'altra parte, è necessario un approccio multidisciplinare per condurre in modo sicuro ed efficace la terapia dell'esercizio. Il team del programma trapianto comprende ematologi, fisiatri, psicologi, psichiatri, infermieri, farmacisti, nutrizionisti, neurologi, tecnici di laboratorio, membri del reparto di radiologia, logopedisti, e molti altri. Oltre alla stretta condivisione giornaliera di informazioni tra il personale, è importante mantenere luna costante e sinergica collaborazione fra i vari componenti del team, senza dimenticarci dei fisioterapisti che sono fondamentali per continuare a sostenere il paziente in questo complesso percorso.

 

  • A cura di
    Matteo Steduto, IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo, CIC 526 in collaborazione con Stefano Botti
  • Pubblicato
    26 Gennaio 2024