PANDEMIA DA SARS-COV-2: QUALE IMPATTO IN EUROPA SULL’ATTIVITÁ TRAPIANTOLOGICA E SULLA TERAPIA CELLULARE?

In un contesto ancora chiaramente pandemico, con un orizzonte ancora da delineare e con sviluppi del tutto imprevedibili, chi di noi, almeno una volta, non si è chiesto: il SARS-CoV-2 ha ridotto l’attività trapiantologica ed il ricorso alle terapie cellulari? A tale domanda hanno cercato di dare una risposta Passweg et al attraverso una survey EBMT.

Passweg JR, Baldomero H, Chabannon C, et al. Impact of the SARS-CoV-2 pandemic on hematopoietic cell transplantation and cellular therapies in Europe 2020: a report from the EBMT activity survey. Bone Marrow Transplant. 2022;57(5):742-752. doi:10.1038/s41409-022-01604-x

Già dal 1990, l’EBMT, attraverso la restituzione di report annuali, descrive l'attività dei Centri trapianti di cellule staminali emopoietiche in Europa; ad oggi comprende dati di oltre 750.000 pazienti con oltre 850.000 trapianti; negli ultimi anni sono state inserite informazioni relative alle ormai non più nuove terapie cellulari.

Da quando è stato reso disponibile questo dataset europeo, non sorprende osservare un quasi continuo e costante incremento dell’attività trapiantologica, sia dei trattamenti allogenici, sia dei trattamenti autologhi. Questa tendenza lineare negli anni, spinta dallo sviluppo di conoscenze e nuove tecnologie in ambito specifico, ha mostrato per la prima volta, dopo ben 31 anni, un calo, probabilmente da attribuire alla pandemia di SARS-CoV-2. 

Per dar forza e confermare tale ipotesi, gli autori di questo survery hanno invitato 720 Centri di 53 nazioni diverse (44 europee), a fornire dati relativi all’attività 2020; le informazioni richieste, con un tasso di risposta del 96%, includevano, tra l’altro: tipo di trattamento (trapianto, CartTCell) tipo di trapianto, sorgente cellule staminali, tipo donatore, intensità regime di condizionamento.

Dall’attività svolta dai 686 centri rispondenti alla survery e come mostrato nella figura 1, in Europa sono stati eseguiti, nel 2020, 45.364 trapianti; di questi, 18.796 erano di tipo allogenico e 26.568 di tipo autologo con una riduzione del 6,5% (-5,1% allogenico e -7,5% autologo) rispetto al 2019.

Figura 1. Numero assoluto di pazienti sottoposti a 1° trapianto di cellule staminali emopoietiche 1990–2020.

Tale riduzione dell’attività appare meno marcata in ambito pediatrico con una diminuzione complessiva del 0,7% (-5,6% allogenico, +15,7% autologo) rispetto al 2019.

La survery mostra come si sia registrata anche una generalizzata diminuzione nel ricorso al trapianto allogenico per il trattamento di diverse patologia; in particolare, la Leucemia Mieloide Acuta ha avuto una flessione del 2.1%. Decisamente più netta la diminuzione del ricorso al trapianto allogenico nella cura del Linfoma: NH 9,2%, HL 13,6%. Restando sempre in questo ambito, è interessante osservare come nel 2020 il ricorso a regimi di condizionamento non mieloablativi o a ridotta intensità siano stati del 42% del totale dei trapianti con una flessione dei mieloablativi, rispetto all’anno precedente, del 11% (figura 2).

Figura 2. Trapianto allogenico: regime di condizionamento mieloablativo (MAB) vs non mieloablativo (NMA) 2000–2020.

Tendenza che si conferma anche nel ricorso al donatore correlato con una flessione del 3,5% (-9,3% singenici/HLA compatibili, + 6,2% aploidentici); riduzione anche nell’utilizzo del midollo osseo come sorgente di cellule staminali emoopoietiche: -16% per i donatori correlati, -37% per donatori non correlati e -13% per i donatori aploidentici. Questo trend potrebbe derivare da una minore disponibilità di sale operatorie durante la pandemia SARS-Cov-2 e dalla difficoltà tecnica a crio-preservare e scongelare le cellule del midollo rispetto a quelle mobilizzate da sangue periferico.

In netta contro tendenza il numero di trattamenti con CAR-T dove si è registrato un aumento del 65% rispetto al 2019 (1.875 vs 1.134)(figura 3); di questi, l’indicazione principale era rappresentata dal Linfoma (1.437).

Figura 3. Terapie CAR-T per tipo di donatore eseguite negli anni 2018–2020.

Questa survery sull’attività trapiantologica in Europa durante la prima ondata pandemica SARS-CoV-2, per certi versi suggestiva, probabilmente non apporterà importanti cambiamenti nell’attività assistenziale a cui sono dediti quotidianamente migliaia di operatori sanitari. Piuttosto rappresenta una preziosa istantanea su “questo mondo” che si è andato progressivamente adattando ad un contesto epidemiologico del tutto nuovo nella nostra epoca recente. Inoltre, rappresenta una finestra di affaccio su un futuro nella cura delle patologie maligne ematologiche che è già da considerare “presente”. Non solo pandemia, ma anche sviluppo tecnologico ci spingono a prevedere, negli anni a seguire, la conferma del trend osservato nel 2020, ovvero diminuzione dei trapianti (-6.5%) e contestuale aumento delle attività delle terapie cellulari, in particolari cellule CAR-T (+65%). Questo è un aspetto a cui devono tener conto coloro che hanno la responsabilità di programmazione sanitaria a livello centrale e responsabilità nel delineare i contenuti formativi per gli operatori impiegati in tale setting.

Indipendentemente da dati e trend esposti e seppur quanto osservato fosse in qualche misura atteso, in una visione più generale resta quella consapevolezza di come la pandemia abbia non solo aumentato la mortalità generale della popolazione, ma abbia generato in molti di noi insicurezza, destabilizzato le relazioni e ridotta la possibilità di accesso ai servizi sanitari.

  • A cura di
    Marco Cioce, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Roma. UOC SITRA - Responsabile Risk Management, qualità e sicurezza
  • Pubblicato
    22 Agosto 2022