La Fotoaferesi Extracorporea (ECP) aumenta il rischio infettivo per il paziente affetto da GvHD?

La Fotoferesi extracorporea è un trattamento vantaggioso per i pazienti affetti da GvHD: l'obiettivo di questo studio di coorte retrospettivo è quello di valutare il tasso di infezioni nei pazienti che vanno incontro a tale procedura.

Thevenet U, Daguenet E, Beszera SM, Cornillon J, Tavernier E, Schein F, Honeyman F, Guyotat D. Infectious risks in patients treated with extracorporeal photopheresis for graft-versus-host disease: A retrospective cohort study. J Clin Apher. 2022 Feb;37(1):106-116. doi: 10.1002/jca.21957. Epub 2021 Dec 30. PMID: 34967023.

Il Trapianto allogenico di Cellule Staminali Ematopoietiche è il trattamento di prima linea per molte patologie ematologiche. Una conseguenza di questo trattamento è l'insorgenza della malattia del trapianto contro l'ospite (GvHD). Sebbene la GvHD si manifesti in circa il 40%-60% dei casi, rimane la principale causa di morte in assenza di ricaduta dopo allotrapianto. Il trattamento di prima linea per la GvHD prevede la somministrazione di corticosteroidi. Tuttavia, in oltre il 50% dei casi, il paziente sviluppa una resistenza alla terapia steroidea. La Fotoferesi Extracorporea (ECP) diventa in questo caso un'opzione di trattamento vantaggiosa che non provoca immunosoppressione nel paziente e può debellare la GvHD.

Lo studio monocentrico ha arruolato 47 pazienti affetti da GvHD sia acuta (aGvHD) che cronica (cGvHD) valutando nell’arco di 12 mesi un eventuale insorgenza di infezioni associabili alle procedure di ECP.

I risultati hanno rivelato un tasso stimato di 1.97 infezioni per paziente all'anno (200 infezioni in 47 pazienti). Le infezioni erano più frequenti nell'aGvHD (tasso di 3.41) rispetto al sottogruppo cGvHD (tasso di 1.79), probabilmente a causa di una più forte immunosoppressione nella popolazione affetta da aGvHD.

La risoluzione delle infezioni è avvenuta nel 96,5% dei casi; 6 infezioni croniche hanno richiesto un trattamento a lungo termine (5 infezioni da aspergillosi e un'infezione da HHV6). Nessuna morte per infezione si è verificata durante le procedure di ECP. Al termine dei 12 mesi la maggior parte dei pazienti (n = 30) era ancora viva, 22 non erano più in ECP e 8 erano ancora in trattamento. Sebbene si siano verificati 17 decessi, nessuno di questi decessi è avvenuto durante il periodo dell'ECP. 5 pazienti sono morti per complicanze infettive quando l'ECP è stata interrotta. Il tempo mediano tra l'interruzione dell'ECP e il decesso è stato di 3 mesi: un paziente è deceduto 1 mese dopo l'interruzione dell'ECP a causa di un'infezione non documentata e due pazienti sono deceduti tra 2 e 3 mesi perché hanno avuto una ricaduta dalla malattia iniziale.

Con un tasso di risposta all’ECP del 72%, un tasso di infezione di 1.97 per paziente all'anno e nessun decesso correlato ad infezione, oltre a un'evoluzione favorevole nel 95,6% delle infezioni, i risultati di questo studio rivelano che l'ECP ha un profilo di sicurezza ottimale, e che in futuro potrebbe diventare una prima linea da affiancare alla terapia steroidea per combattere la GvHD. Sicuramente uno studio multicentrico con una popolazione più ampia migliorerebbe la valutazione del rischio di infezione e identificherebbe meglio i fattori di rischio associati ai pazienti con GvHD sottoposti a ECP.

  • A cura di
    Alessandro Caime, Clinical BM Transplant-Haemato-Oncology Division Mobilization and Therapeutic Apheresis Unit, IEO, CIC 331
  • Pubblicato
    15 Giugno 2022