Il ruolo degli infermieri nell'isolamento protettivo dei pazienti sottoposti a TCSE

Le infezioni sono complicanze frequenti tra i pazienti sottoposti a Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche (TCSE). Il rispetto delle linee guida generali per la prevenzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria, pubblicate nel 2009 dal Center for Disease Control and Prevention, è obbligatorio in tutti i Centri Trapianto. Ad oggi, non esiste uno standard universale di pratica per la prevenzione delle infezioni nel campo del TCSE, infatti le misure adottate per ridurne il rischio sono diverse.

Per valutare le attuali strategie di prevenzione delle infezioni nei vari centri, nel 2019 è stata condotta un'indagine internazionale tra gli infermieri dei Centri Trapianto dal gruppo infermieri IDWP dell'EBMT. L'indagine, disponibile solo in lingua inglese, era composta da 87 domande.

I risultati presentati all’interno dello studio sono i seguenti:

Caratteristiche dei partecipanti: È stato raccolto un totale di 167 su 638 questionari compilati (tasso di risposta 22.1%), la maggior parte degli intervistati (89,4%) erano Infermieri/Coordinatori.

Regole per i visitatori: Consentire ai visitatori l'ingresso in Unità Trapianti è fondamentale per il benessere psicologico del paziente: contribuisce a evitare sentimenti di solitudine e a provare un senso di esclusione dal mondo esterno durante i ricoveri. Perché questo avvenga in sicurezza, è necessario che i visitatori indossino correttamente i DPI, si presentino senza segni e sintomi di infezione e siano vaccinati. Le linee guida della Society for Healthcare Epidemiology of America (SHEA) raccomandano che i visitatori di pazienti immunocompromessi indossino guanti, camice, maschere chirurgiche o protezione facciale N95. A questo proposito, l’indagine dimostra che quasi la metà dei centri richiede ai visitatori di cambiarsi con abiti diversi prima di entrare nella stanza d'ospedale e indossare DPI.

Filtraggio e ventilazione dell'aria della stanza: I filtri HEPA sono impiegati nel 91,3% dei Centri, la pressione positiva dell'aria è presente nell'85,2% dei Centri. Sono in atto dodici ricambi d'aria/ora nel 73,2% delle Unità TCSE. Nel 96,3% dei Centri non è possibile introdurre fiori/piante e sono previste strategie per ridurre al minimo la polvere (92,6%). Questi accorgimenti insieme alla corretta igiene delle mani e ambientale contribuiscono alla riduzione delle infezioni fungine.

Pratiche infermieristiche: Gli intervistati hanno segnalato che il personale infermieristico svolge un ruolo significativo nell'offerta educativa nei confronti dei pazienti e dei visitatori: nel 99,3% dei Centri l’educazione è svolta da infermieri attraverso colloquio e consegna di brochure/volantini/poster. Inoltre, il 43,7% degli infermieri ha dichiarato di lavarsi correttamente le mani e di rimuovere i monili prima del turno di lavoro: anelli (93,5%), seguiti da orologi (86%) e bende/medicazioni/cerotti (80,1%), fedi nuziali (66,4%) e orecchini (25,8%). Le linee guida dell'OMS sull'igiene delle mani pubblicate nel 2009 scoraggiano fortemente l'uso di anelli o altri gioielli durante l'assistenza sanitaria.

Dispositivi di protezione individuale in caso di infezioni batteriche, virali e da Pneumocystiis jirovecii: I risultati indicano che nella cura dei pazienti con infezioni batteriche resistenti sono state spesso applicate misure quali: precauzioni di contatto, precauzioni di contatto potenziate, isolamento in una stanza singola, attrezzature dedicate e informazioni per i visitatori, con tassi che variano dal 70 al 97%. L'isolamento della stanza singola, l'isolamento droplets, insieme all'isolamento da contatto e l'uso della maschera chirurgica sono spesso applicati nella cura di pazienti con infezioni virali o fungine (45-91%). Maggiori precauzioni da contatto sono più comunemente utilizzate in caso di ESBL e organismi Gram-negativi resistenti ai carbapenemi (79%), seguiti da MRSA e VRE (78,8%) e pazienti positivi alla tossina di Clostridium difficile (77,2%). Le misure applicate per i pazienti con Norovirus, Adenovirus e Pneumocystiis jirovecii includono l'isolamento in stanza singola (>80,0%), seguito dall'uso di una maschera chirurgica, precauzioni da contatto e isolamento droplets. I dati sottolineano che, sebbene l'uso di mascherine chirurgiche sia implicito nell’isolamento droplets per i virus respiratori, i tassi di applicazione delle precauzioni da contatto per questo tipo di isolamento sono legati all'uso di mascherine chirurgiche. Non esiste letteratura specifica che indichi quale tipo di DPI sia raccomandato per i pazienti sottoposti a TCSE, ma dai risultati, per quanto riguarda i virus respiratori, emergono due atteggiamenti principali: precauzioni di contatto con mascherina chirurgica e precauzioni di contatto potenziate con protezione facciale N95 (FFP2).

Setting pediatrico: Il 57,7% delle unità pediatriche dispone di un'area giochi, con regole di ingresso. Il 26,9% dei centri consente l’ingresso ai pazienti solo durante il periodo di condizionamento. Per quanto riguarda giocattoli e libri (lavati e puliti prima dell'ingresso), il rispetto delle attuali linee guida è stato segnalato solo nel 70% dei centri. Le attuali linee guida raccomandano che in ambito pediatrico le aree giochi possano essere frequentate dai pazienti sottoposti a regime di condizionamento, non ancora in aplasia

Storicamente, lo scopo dell’isolamento protettivo era quello di creare un ambiente il più possibile sterile. Non essendo un obiettivo realistico, negli anni ci si é focalizzati su strategie atte a ridurre il rischio di infezioni, come la dieta a bassa carica microbica, il potenziamento dell’utilizzo corretto dei DPI, il potenziamento dell’igiene personale e ambientale. In questo, gli infermieri svolgono un ruolo chiave: sono principalmente responsabili della creazione di condizioni ambientali sicure per i pazienti sottoposti a TCSE. I risultati dello studio forniscono una panoramica delle principali pratiche comuni tra gli infermieri. Nonostante i centri applichino pratiche diverse, l'igiene delle mani è estremamente importante e i dati dello studio mostrano che c'è ancora spazio per migliorare. Se gli infermieri adottano procedure di controllo delle infezioni scadenti o malpractice non conformi alle linee guida, contribuiscono alla trasmissione di agenti patogeni contagiosi ai pazienti. Una maggiore attenzione all'ambiente, la scelta dell'attrezzatura conforme alle linee guida, regole più rigide nelle aree giochi potrebbe portare a una riduzione delle infezioni.

  • A cura di
    Chiara Cannici – AO SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di AL (CIC 825); Botti Stefano, Azienda USL-IRCCS di RE (CIC 660)
  • Pubblicato
    16 Marzo 2022