IL TRAPIANTO ALLOGENICO DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE: SUPPORTARE IL PAZIENTE ED IL CAREGIVER? OGGI SI PUO’

Interessante articolo del gruppo di studio dell’Università del Colorado, che tratta di qualità di vita e distress dei pazienti e relativi caregiver durante la fase pre-trapianto di CSE

Distress and quality of life in patient and caregiver dyads facing stem cell transplant: identifying overlap and unique contributions - Timothy S. Sannes  et Al. Supportive Care in Cancer (2019) 27:2329–2337 

Lo studio cross sectional ideato dall’Università del Colorado mette in luce l’aspetto psico-emotivo dei pazienti e dei caregivers nella delicata fase prima del trapianto, un percorso impegnativo che richiede il supporto del caregiver e che talvolta può risultare particolarmente stressante sia per il paziente sia per le persone a lui vicino [1]. Questo documento è particolarmente interessante per la nostra professione, in quanto evidenzia quanto ci sia ancora da approfondire circa questa delicata tematica.

Nel paper viene più volte rimarcato che l’associazione paziente - caregiver gioca un ruolo fondamentale in tutte le fasi del trapianto allogenico di CSE; alcuni studi [2] dimostrano che i pazienti con un adeguato supporto da parte della propria rete familiare, presentano statisticamente una migliore aspettativa di vita. È evidente che supportare il paziente ed il caregiver prima del trapianto rappresenti una priorità proprio per gli effetti benefici che tale supporto può avere su gli esiti di salute; sembra infatti, che l’aumento della durata e della frequenza delle visite da parte del caregiver durante tutto il processo trapiantologico sia correlato all’aumento della sopravvivenza.

Dati recenti hanno dimostrato, attraverso studi trasversali [3], che l’angoscia del paziente è spesso associata all’angoscia del caregiver; il disagio di quest’ultimo porta ad una scarsa aderenza alle attività di vita quotidiana del proprio assistito poiché c’è interdipendenza tra i due attori [4]. Senza contare che il paziente sottoposto a trapianto allogenico di CSE deve affrontare importanti sfide emotive e fisiche, prima, durante e dopo il trattamento tenendo conto il più delle volte degli alti livelli d’incertezza nella riuscita del trapianto stesso [5].

Sono stati inclusi nel campione in esame 407 coppie di pazienti/caregivers, a cui sono state sottoposte le seguenti scale: FACT-BMT, CES-D, STAI, PSS, PSQI, CRA. In seguito, sono state analizzate le seguenti relazioni bivariate:

  • tra il FACT-BMT del paziente e il benessere del caregiver
  • Tra il distress del caregiver e il FACT-BMT del paziente

A questo proposito, è doveroso un commento all’interessante figura presentata nell’articolo e qui sotto riportata.

Il diagramma del percorso di cura rappresentato in figura mostra in modo simultaneo la correlazione condivisa dell'angoscia del Paziente e del Caregiver in previsione della qualità della vita del paziente (punteggio FACT-BMT complessivo). Vengono quindi presentati modelli separati per ogni sottogruppo, con i rispettivi coefficienti di percorso (A, B, C) indicati nella figura, corrispondenti ai valori nella tabella.

In sostanza, nel paper è stato dimostrato che seguire il paziente e coinvolgere il caregiver nel periodo antecedente il TCSE, è di fondamentale importanza nel ridurre le complicanze associate e nel migliorare gli outcomes di salute.

Il confronto delle variabili relative all’angoscia, al disagio psichico ed alle alterazioni del sonno, sia relativi ai pazienti sia ai loro caregiver, rappresenta un aspetto prioritario al fine di intercettare precocemente eventuali disturbi psicologici. Questo studio orienta la ricerca futura verso l’approfondimento delle tematiche relative gli aspetti psico-emotivi del paziente e della rete di supporto ad esso collegata. Sarebbe interessante trovare degli strumenti di valutazione e monitoraggio sempre più proattivi e validati, in modo da renderli raccomandabili e fruibili, creando evidenze più forti.