Il TCSE......e una vita sessuale soddisfacente

In questa revisione sistematica della letteratura vengono esaminate le prove relative all'impatto del Trapianto di cellule staminali ematopoietiche (TCSE) sulla vita sessuale dei pazienti.

Thygesen KH, Schjødt I, Jorden M. Bone Marrow Transplantation. 2012 May;47(5):716-24. doi: 10.1038/bmt.2011.169.

La disfunzione sessuale è un problema frequentemente descritto negli Studi di QoL dopo TCSE: è definito come uno dei maggiori problemi tra quelli affrontati dai pazienti sottoposti a TCSE allogenico/autologo. Le problematiche sessuali a lungo termine comprendono diminuzione della libido, alterazioni vaginali, disfunzioni erettili ed eiaculatorie, menopausa precoce, alterazioni degli ormoni sessuali, dispareunia e infertilità.

La GVHD acuta e cronica rappresentano uno dei fattori determinanti la disfunzione sessuale nei pazienti che hanno effettuato il TCSE allogenico. La GVHD può manifestarsi in qualsiasi parte del corpo; tuttavia a livello genitale, può portare a secchezza, lesioni o stenosi vaginale, alla formazione di tessuto cicatriziale e aderenze nei vasi sanguigni, eruzioni cutanee e aumento della sensibilità della cute attorno al pene. La GVHD e il trattamento con i corticosteroidi ad alte dosi possono indurre un cambiamento fisico a tal punto che la sessualità e l'immagine corporea possono risultarne seriamente compromesse. I cambiamenti nell'immagine del corpo, l’ansia, la depressione, la diminuzione della fiducia in se stessi, la paura della recidiva di malattia, lo stress derivante dai mutamenti della vita a seguito della patologia e le preoccupazioni sull'infertilità, sono alcuni dei fattori psicologici che possono interferire con la dimensione sessuale.

La sessualità è una parte centrale della propria identità, dell'autostima e della qualità della vita; inoltre l’intimità e una vita sessuale soddisfacente possono ridurre il disagio emotivo e migliorare la risposta psicosociale relativa alla diagnosi, ai trattamenti e alle eventuali e complicanze del TCSE. Tuttavia, il dibattito relativo all’attività sessuale è stato a lungo un argomento tabù nel sistema sanitario: la funzionalità sessuale è una variabile del QOL, che necessita di ulteriore ricerca. Le precedenti revisioni hanno sollevato alcuni quesiti riguardanti l’impatto del trapianto sulla sessualità ma non in modo sistematico, a causa di carenza di evidenza scientifiche.

Metodi

In questo documento vengono esaminate le prove relative all'impatto del Trapianto di cellule staminali ematopoietico (TCSE) sulla sessualità per quanto riguarda: (1) i cambiamenti sessuali sperimentati dai pazienti dopo trapianto allogenico o autologo, e le loro conseguenze; (2) i cambiamenti nella funzionalità sessuale nel tempo e (3) l'impatto dei cambiamenti fisiologici indotti dai trattamenti intensivi con radioterapia e chemioterapia sulla funzionalità sessuale. Sono stati cercati in quattro database gli articoli pubblicati tra gennaio 1995 e maggio 2011. Sono stati identificati e analizzati un totale di 14 studi che hanno rilevato che sono stati affrontati molteplici aspetti della sessualità.

La revisione documenta chiaramente che la disfunzione sessuale è una questione importante e rappresenta un reale problema per i pazienti trapiantati. Dopo il TCSE i pazienti sperimentano una vita sessuale alterata da diversi problemi sessuali: l'eziologia di queste alterazioni sessuali sono molteplici e diverse tra i sessi e le cause di disfunzione sessuale risultano essere molto complesse. I trattamenti effettuati possono creare un danno ai nervi pelvici, alterare la vascolarizzazione, ridurre la produzione di ormoni, inoltre i regimi di condizionamento intensivo, associati allo stress psicologico, possono esacerbare i problemi sessuali. I problemi sessuali persistono in alcuni pazienti per molti anni, anche se in alcuni casi la ripresa dell’attività sessuale si verifica nei primi 2 anni dopo il trapianto, i pazienti dopo TCSE allogenico o autologo, rispetto agli altri pazienti inseriti negli studi, hanno più probabilità di manifestare una disfunzione anche 5-10 anni dopo il loro trattamento antitumorale.

Uno degli aspetti che emerge dalla revisione, evidenzia l'importanza della valutazione dell’attività sessuale nelle donne subito dopo il trattamento, in particolare se l'attività sessuale non è rientrata entro un anno, questi problemi possono persistere fino a 5 anni o non risolversi nel tempo. Le donne hanno riportato un numero significativamente maggiore di problemi rispetto agli uomini in vari intervalli di tempo di osservazione e meno donne, rispetto agli uomini, hanno potuto risolvere la disfunzione sessuale. 

I risultati indicano inoltre una differenza significativa tra i pazienti che hanno effettuato il TCSE allogenico e quelli che hanno effettuato il TCSE autologo relativamente ai disturbi ormonali e al peggioramento della funzionalità sessuale da attribuirsi al regime di condizionamento più intenso o/e alla GVHD. La GvHD Cronica risulta essere fattore determinante nelle disfunzioni sessuali dei paziento allotrapiantati sia maschi che femmine.

Conclusioni

Sono necessari nuovi studi per valutare le alterazioni della sessualità che sono state osservate nei pazienti trattati con TCSE, specialmente nei pazienti che hanno effettuato il trapianto allogenico, in relazione alla GVHD. A seguito del miglioramento dei tassi di sopravvivenza dopo TCSE vi è una maggiore necessità di affrontare le complicanze a lungo termine che hanno a che fare con la qualità di vita dei pazienti e con il pieno recupero dei loro ruoli e delle loro attività sociali. I pazienti che sopravvivono al trapianto devono essere valutati anche per la funzionalità sessuale prima del trattamento, in maniera tale che eventuali cambiamenti possano essere monitorati nel tempo e che possano essere avviate le raccomandazioni terapeutiche appropriate.

Dall'analisi dei dati emersi da questa revisione della letteratura emerge che sono necessari ulteriori studi che approfondiscano l'influenza che il TCSE può avere a livello fisico e psicologico sulla sfera sessuale della persona. I trattamenti ormonali delle disfunzioni sessuali non sono risultati sempre efficaci a causa di uno scarso rapporto rischio/beneficio. Le evidenze relative allo studio di popolazioni di pazienti affetti da altre patologie tumorali dimostrano che la combinazione di approcci è probabilmente la strategia migliore: l'educazione terapeutica, la valutazione ormonale, la terapia ormonale dove indicata, strategie comportamentali e terapie di supporto psicologico di coppia. Nessuno studio ha ancora analizzato la combinazione di questo approccio terapeutico per affrontare la disfunzione sessuale dopo il trapianto. Il bisogno di ulteriori studi sul trattamento in questo settore non può essere sottostimato considerando la prevalenza dei problemi.