LO SCREENING DEL DONATORE FAMILIARE OLTRE GLI ESAMI ROUTINARI

Una survey del CIBMTR mette in luce l´eterogeneita´ tra i centri nella gestione dello screening di patologie clonali ematopoietiche nei donatori familiari 

Considerata l´eta´ talvolta avanzata dei donatori familiari HLA-identici, appare opportuno capire l´utilita´ dello screening di patologie clonali quali MGUS, monoclonal B-lymphocytosis (MBL), alterazioni citogenetiche e molecolari, al fine di proteggere il donatore da eventuali effetti negativi della stimolazione con G-CSF ed evitare di trasferire il disordine clonale al paziente tramite il trapianto. Seftel e collaboratori (1) presentano una survey tra i centri CIBMTR riguardo agli esami, condotti sistematicamente durante la valutazione di idoneita´ dei donatori familiari, volti ad identificare eventuali disordini clonali subclinici.    

Un totale di 280 centri ha risposto alla survey, due terzi dei quali accreditati FACT-JACIE ed in prevalenza nordamericani. Lo screening per MGUS (con elettroforesi proteica), MBL (immunofenotipo su sangue periferico), mutazioni somatiche (sequenziamento) viene fatto sistematicamente dal 18.9%, 5.0% e 3.6% dei centri, rispettivamente. Inoltre, il 6% dei centri esegue studio midollare sistematico ed il 6.7% in circostanze particolari quali eta´ avanzata del donatore o patologie nel ricevente con maggiore ricorrenza familiare, tipo LLC. 

Quest´articolo stimola il lettore su quanto puo´ essere opportuno spingersi nella valutazione di idoneita´ del donatore familiare, tenendo conto da un lato dell´utilita´ dello screening di patologie clonali dell´ematopoiesi e dall´altro delle conseguenze e implicazioni etiche che puo´ avere una tale diagnosi in un donatore sano, con la successiva gestione.