Come prevedere una cattiva mobilizzazione nei donatori sani

In uno studio recentemente pubblicato sul J Clin Apher, i colleghi di Madrid identificano 3 fattori associati alla poor mobilization in una coorte di donatori sani di CSE

Lo status di “poor mobilizer” di un donatore sano rappresenta un ostacolo alla raccolta soddisfacente di CSE allogeniche e quindi anche alla buona riuscita del trapianto. Un’analisi retrospettiva su 159 donatori sani adulti di CSE, pubblicata di recente dai colleghi dell’Ospedale Gregorio Marañón di Madrid (1), identifica i fattori di rischio associati in maniera significativa ad una cattiva mobilizzazione, definita dagli autori come il non raggiungimento della soglia di 20 CD34+/microL in 5° giornata di G-CSF o la necessità di 3 o più leucaferesi per l’ottenimento del target  

Un totale di 16 donatori (10%) rientrano nella definizione di poor mobilizers secondo i suddetti criteri; i fattori significativamente associati sono l’età, il peso e la conta piastrinica sia prima che dopo la mobilizzazione. Tuttavia il modello “spiega” solo il 30% della variabilità della mobilizzazione, il che vuol dire che altri fattori, sconosciuti o non testati nello studio, concorrono alla cattiva mobilizzazione insieme ai tre suddetti

Se il presente studio aiuta ad anticipare un certo rischio di cattiva mobilizzazione nel donatore sano adulto, resta ancora del lavoro da fare per avere una visione più comprensiva del fenomeno, tenendo in considerazione svariati fattori, sia clinici che biologici (2,3)