ECIL-7: le nuove raccomandazioni su CMV nel trapianto aploidentico

I maggiori esperti europei di infezioni in ematologia si sono riuniti nei giorni scorsi per formulare le nuove raccomandazioni in ambito di CMV, HHV-6 e vaccini nel paziente trapiantato

Tra i vari argomenti affrontati durante la conferenza annuale ECIL-7, quello che tocca piu’ da vicino il trapianto aploidentico è stato il CMV. Il gruppo di lavoro ha analizzato la letteratura piu’ recente riguardante l’aploidentico T-repleto con ciclofosfamide ad alte dosi post-trapianto (PTCy), identificando i dati esistenti in letteratura sull' incidenza di infezioni da CMV, di malattia citomegalica nonchè l’emergenza di resistenza, e fornendo raccomandazioni sulla scelta del donatore in base allo status sierologico; il tutto sempre nel contesto dell’aplo T-repleto con PTCy. Il sistema di grading seguito è stato quello in uso dall’ESCMID, avente 4 livelli di forza della raccomandazione (da A a D) e 3 livelli di evidenza (da I a III) (1)  

Mentre l’incidenza riportata di infezione e malattia citomegalica varia molto da serie a serie, essendo 31-76% e 0-17% rispettivamente di CMV infezione e malattia, la documentazione di resistenza si limita ad un solo caso descritto, con mutazione M460V a carico del gene UL97 (7% di incidenza) (2). Per quanto riguarda la scelta del donatore, davanti a un paziente CMV-neg l’ideale resta il donatore CMV-neg (livello AIII), mentre per un paziente CMV-pos, sia un donatore CMV-pos che uno CMV-neg sembrano appropriati (livello BII, provisional), infatti una recente analisi dell’EBMT, non ancora pubblicata, mostra OS sovrapponibile tra quasi 1000 pazienti CMV-pos riceventi di donatori CMV-pos vs. CMV-neg nel contesto dell’aplo T-repleto con PTCy per leucemia acuta (3)

E’ difficile valutare con esattezza i cambiamenti prodotti da tali nuove raccomandazioni, tuttavia è evidente che esse rappresentano un importante supporto di aggiornamento per la gestione delle infezioni nel paziente ematologico