Aplo uguale MUD anche da sangue periferico

Lo studio di Rashidi et al. evidenzia che  in 140 pazienti con leucemia acuta mieloide l'outcome di un trapianto apolidentico seguito da  ciclofosfamide è sovrapponibile ad un trapianto da donatore da registro, utilizzando in emtrambi i casi il sangue periferico

Rashidi A et al, BBMT 2016;22(9): 1696–170 

La crescita del ricorso al trapianto aploidentico T repleto  è stata  molto rapida negli ultimi anni, ma mancano studi prospettici che confrontino l’outcome di questa procedura con il trapianto da donatore da registro. Alcuni  studi retrospettivi già  pubblicati indicano che  non ci sono differenze significative negli out come trapiantologici in termini di mortalità da trapianto e sopravvivenza globale e libera da malattia  tra  il trapianto aploidentico T repleto che utilizza la piattaforma della ciclofosfamide post-trapianto e il trapianto da donatore da registro HLA-identico, ma purtroppo le casistiche sono eterogenee riguardo alla patologia dei pazienti  e alla sorgente delle cellule reinfuse. Lo studio di Rashidi et al , pur avendo ancora un disegno retrospettivo e includendo un numero limitato di pazienti (140), ha il vantaggio di includere solo una patologia (la leucemia mieloide acuta) e solo una sorgente di cellule staminali (il sangue periferico, sorgente  molto comune nei trapianti da donatore da registro, ma meno studiata nel trapianto aploidentico).

88 trapianti MUD sono stati confrontati con 52 trapianti familiari aploidentici.Per i trapianti MUD si legge nei ‘Metodi’ dello studio che era ammesso un singolo mismatch antigenico, ma non vengono specificati ulteriori dati di compatibilità HLA dei trapianti MUD.  I condizionamenti sono in parte mieloablativi, in parte a ridotta intensità. La profilassi della GVHD ha incluso  tacrolimus più metotrexate per tutti i trapianti MUD, con l’aggiunta del micofenolato o ATG in una frazione di essi, mentre ha incluso micofenolato, tacrolimus e ciclofosfamide post-trapianto  per tutti i trapianti aploidentici.  La mediana delle cellule CD34+ reinfuse è stata di 5 milioni/Kg in entrambi i  gruppi. Con un follow-up di 21 mesi, non si sono osservate differenze negli outcome trapiantologici inclusi sopravvivenza globale, mortalità da trapianto, ricadute, GVHD acuta e cronica, mentre si è osservato un significativo ritardo nel recupero dei neutrofili e delle piastrine dopo i trapianti aploidentici rispetto ai trapianti da donatore da registro.

Questo studio suggerisce che il ritardo del recupero ematopoietico già osservato dopo trapianto aploidentico con l’utilizzo del sangue midollare, che è stata  utilizzata come sorgente”storica” di cellule staminali  dal gruppo di Baltimora, non viene superato e risolto dopo reinfusione di cellule staminali da sangue periferico, essendo verosimilmente dovuto ad un effetto diretto delle ciclofosfamide.  Tuttavia, questo recupero più lento non si traduce in una maggiore mortalità trapiantologica, né in una alterazione degli altri outcome trapiantologici, compresa la GVHD.

Per Salomon, nel suo editoriale di commento della pubblicazione, lo studio conferma che il ricorso al donatore familiare aploidentico utilizzando sangue midollare o periferico è una valida alternativa in mancanza di una pronta disponibilità di un  donatore HLA-compatibile per i pazienti con  leucemia mielode acuta  ed indicazione al trapianto.

Per noi trapiantatori, che dobbiamo modificare la nostra pratica clinica in base alle indicazioni di questi studi, proprio  perché  siamo consapevoli che mancano  e non saranno disponibili a breve i risultati di studi con un preciso disegno prospettico, appare necessario  definire nell'algoriitmo del nostro centro trapianti cosa intendiamo per “pronta disponibilità” e per ”donatore HLA-compatibile”.