I lunghi periodi di ricovero ospedaliero dei pazienti sottoposti a Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche (TCSE) comportano molteplici effetti collaterali tra i quali problematiche fisiche (fatigue, dolore, disturbi del sonno), psicologiche (ansia e depressione) e sociali (solitudine, disturbo del concetto di sè, perdita del controllo e privacy) che peggiorano la qualità della vita (QOL). Nonostante i disagi emotivi e limitazioni fisiche  siano maggiormente elevati nei primi 100 giorni, la maggior parte dei pazienti in remissione riacquista livelli elevati della funzione fisica cinque anni dopo il trattamento. Si consideri, inoltre, che, i pazienti con depressione sottoposti a TCSE hanno un rischio di mortalità triplicato a 6 e 12 mesi post trapianto. Attuando interventi basati sulla combinazione esercizio fisico e psicologico durante il ricovero, si può ridurre il carico dei sintomi, preservare la QOL,  ridurre il costo delle terapie farmacologiche e la mortalità. Lo yoga può essere considerato un approccio sicuro ed efficace per diminuire gli effetti collaterali (affaticamento, dolore, nausea e fenomeni infiammatori ) e rappresenta un’attività adattabile nel contesto del ricovero. La pratica yoga è rappresentata da esercizi  fisici (Asana), esercizi legati alla respirazione/meditazione (Pranayama), ben tollerati dai pazienti. In questo articolo viene descritto uno studio in cui viene esaminato se lo yoga therapy individualizzato può essere integrato nell’iter del paziente sottoposto a TCSE, se è accettabile per il paziente e se la singola sessione può influire sui sintomi.

In uno studio dell’ University School of Medicine di Atlanta, tra Ottobre 2013 e Agosto 2017, sono stati selezionati dal personale infermieristico pazienti sottoposti a TCSE, in base alla loro morbilità e disagio emotivo. Ai pazienti è stata offerta questa opportunità di yoga therapy come parte facoltativa del loro trattamento per la gestione dei sintomi. È stata eseguita una sessione di 40 minuti, che consisteva in una combinazione di pratiche scelte in accordo tra paziente e terapeuta. I trattamenti comprendevano esercizi per la consapevolezza del proprio corpo, del respiro, movimento adattivo e pratiche di rilassamento, eseguibili sia a letto che su una sedia. Esempi di esercizi appena citati sono: flessione ed estensione della colonna vertebrale, rotazioni spinali da seduti, rotazioni di capo/collo/spalle/arti superiori ed inferiori. Il terapeuta, posto accanto al paziente, forniva istruzioni secondo degli standard per aumentare la consapevolezza del proprio respiro e del movimento. Prima e dopo la sessione il terapeuta ha raccolto informazioni riguardo i sintomi riferiti dal paziente utilizzando una scheda di valutazione (Cancer Therapy-BMT/FACT-BMT). I pazienti arruolati nello studio hanno dovuto compilare un questionario che comprende molteplici Patient Reported Outcomes (fatigue, nausea, dolore, infastidito dagli effetti collaterali, tristezza e nervosismo).

Delle 558 sessioni di yoga singole proposte ai pazienti ematologici presi in studio, l’87% sono state completate , mentre il 13% non sono state portate a termine sia perché il paziente ha riferito sonnolenza durante la pratica , sia per fattori esterni quali l’inizio di una procedura medica oppure perché il paziente ha ritenuto necessario interrompere la seduta a causa di ansia o frustrazione.  Il 98% delle sessioni sono state affrontate con una massima consapevolezza del respiro, mentre la consapevolezza del corpo è stata utilizzata in circa 92% dei casi: nel rilassamento ( 63%) e nel movimento ( 21%). La percentuale minore relativa al movimento era dovuta perlopiù a sintomi riferiti dal paziente durante il ricovero quali astenia, algie. Il 73% delle sessioni sono state analizzate con una significativa diminuzione dei sintomi al termine della pratica, soprattutto nei pazienti di sesso maschile.  Il restante 27 % delle sessioni non sono state analizzate perché il paziente ha riferito sonnolenza prima della conclusione. Come riportano i dati, nessuna delle pratiche intraprese è stata interrotta  a causa del dolore.

La letteratura inerente ai PRO (Patients Reported Outcomes) e alle terapie di supporto nei pazienti adulti sottoposti a TCSE è scarsa, andrebbe approfondita questa zona grigia. Questo articolo di recente pubblicazione potrebbe dare lo spunto per indagare meglio questi aspetti anche nelle nostre realtà italiane.

Infatti, nell'articolo si dimostra che lo yoga therapy può essere un approccio efficace e soprattutto ben tollerato dal paziente ematologico adulto sottoposto a TCSE.

Una pratica su misura, personalizzata, con modalità scelta dal paziente guidato dal terapeuta dedicato. Una scelta che si basa sul livello di energia e sulle capacità fisiche ed emotive. Inoltre il paziente, dovendo affrontare un ricovero e un isolamento prolungato, ha a disposizione una risorsa: il tempo da dedicare a sé stesso, in cui poter potenziare il movimento e l’attività fisica, volti a migliorare non solo il tono muscolare e a favorire la crescita cellulare, ma anche il tono dell’umore. Ogni movimento è coordinato con la respirazione: ciò comporta importanti benefici al rilassamento e combatte l’insonnia e l’affaticamento. Questo studio evidenzia quanto l’inclusione della pratica yoga all’interno del programma trapiantologico possa essere fattibile, accettabile e a misura di paziente, quanto beneficio possa avere sui sintomi maggiormente presenti e prevedibili durante l’iter del paziente ematologico sottoposto a TCSE.

  • A cura di
    Francesca Palmisano e Martina Riccomagno - AO SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, Alessandria - CIC 825
  • Pubblicato
    23 Febbraio 2021