La crioterapia del cavo orale nei bambini sottoposti a trapianto: una strada percorribile?

La mucosite del cavo orale è considerata uno degli effetti collaterali più dolorosi e debilitanti del trattamento del cancro nei pazienti pediatrici. Quale ruolo può avere la crioterapia nella prevenzione?

Kamsvåg T., et al. (2020) Prevention of oral mucositis with cryotherapy in children undergoing hematopoietic stem cell transplantations—a feasibility study and randomized controlled trial. Supportive Care in Cancer. 28:4869–4879 doi: 10.1007/s00520-019-05258-2

L'incidenza nei bambini varia tra il 52 e l'81% a seconda del tipo di trattamento antineoplastico somministrato. La condizione spesso causa dolore e difficoltà nelle funzioni basali, come parlare e deglutire, che a loro volta influenzano il bere e il mangiare. Oltre a causare un aumento della morbilità e della sofferenza, la mucosite aumenta anche i costi sanitari e la mortalità. Negli adulti, vi sono prove che la crioterapia orale può ridurre l'incidenza e la gravità della mucosite nei pazienti sottoposti a TCSE (Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche), specialmente quando nel regime di condizionamento è contenuto il Melfalan. Nessuno studio ha valutato l'effetto della crioterapia orale nei bambini.

È stato effettuato uno studio randomizzato e controllato con i seguenti obiettivi: valutare la fattibilità (compliance) della crioterapia orale nei bambini e indagare se la crioterapia del cavo orale riduce il grado di mucosite, il dolore orale e l'uso di oppioidi nei bambini sottoposti a TCSE. Obiettivi secondari sono stati: esplorare se la crioterapia del cavo orale ha un effetto positivo sullo stato nutrizionale del bambino, diminuisce il rischio di infezioni e riduce il ricovero per i bambini sottoposti a TCSE.

Ventisei bambini sono stati randomizzati nel gruppo di intervento (età media 11,3 ± 3,8 anni).

La crioterapia del cavo orale consisteva in: raffreddare la bocca succhiando scaglie di ghiaccio e ghiaccioli o sciacquandosi la bocca con acqua ghiacciata, a seconda delle preferenze dei pazienti, durante le infusioni chemioterapiche somministrate nella fase di condizionamento (almeno per 30 min). Oltre all’intervento in studio veniva garantita l’assistenza standard.

Ventitré pazienti sono stati arruolati nel gruppo di controllo (età media 9,5 ± 4,6 anni).

Al gruppo di controllo veniva garantita l’assistenza standard che consisteva in: cure orali standard, compreso l'esame della cavità orale e, se necessario, il trattamento dentale prima dell'inizio della chemioterapia e la valutazione quotidiana del cavo orale da parte di un'infermiera durante il ricovero. Il bambino e i genitori sono stati istruiti, se possibile, a spazzolare delicatamente i denti del bambino due volte al giorno usando uno spazzolino da denti morbido e un dentifricio delicato, di lavare la bocca con soluzione salina dopo i pasti e di evitare stuzzicadenti e filo interdentale. Il dolore al cavo orale è stato trattato secondo le linee guida cliniche locali. I dentisti ospedalieri sono stati consultati se necessario durante il ricovero.

La compliance con la crioterapia variava tra lo 0 e il 100% con una mediana del 77% (DS = 40, intervallo 0-100). In totale, 15 bambini (58%) soddisfacevano i criteri di fattibilità di ≥ 70% di conformità. I bambini che hanno utilizzato la crioterapia lo hanno fatto per 10–255 min al giorno (m = 98 min, Md = 60 min). Tutti i bambini che hanno ricevuto solo chemioterapia per 1 giorno hanno avuto una compliance del 100%.

La compliance era correlata all'età (r = 0,56 p = 0,003) con una migliore compliance nei bambini più grandi. I bambini di età inferiore ai 7 anni erano meno complianti alla crioterapia rispetto ai bambini più grandi (Md 0%, SD 10 contro Md 90%, SD 35, p = 0,007).

Non c'erano differenze tra i bambini nel gruppo della crioterapia e nel gruppo di controllo per quanto riguarda il grado di mucosite e il dolore.

La fattibilità della crioterapia tra i bambini era inferiore al previsto, soprattutto per i bambini più piccoli e solo 15 bambini (58%) soddisfacevano il criterio di fattibilità. In questo studio non si è riusciti a dimostrare che la crioterapia riduca il grado di mucosite, il dolore al orale o l’uso di oppioidi nei bambini sottoposti a HSCT.

Questo studio non permette di dare alcuna indicazione circa la crioterapia del cavo orale nei pazienti pediatrici sottoposti a TCSE. Tuttavia, l'eterogeneità delle diagnosi, dei regimi di condizionamento, dell'età e della scarsa compliance alla crioterapia rende difficile trarre conclusioni definitive. Per futuri studi nei bambini, sarebbe preferibile avere un campione più omogeneo. Ciò richiederebbe necessariamente una collaborazione multinazionale.