Farà male il colluttorio alla clorexidina?
Una ulteriore prova della inefficacia di uno dei prodotti maggiormente utilizzati per la prevenzione delle mucositi orali nei pazienti con cancro? In questa revisione sistematica con metanalisi viene valutato l’effetto della Clorexidina nella prevenzione della mucosite orale (MO) di pazienti sottoposti a terapia antineoplastica, stratificando i pazienti per tipologia di trattamento.
la MO è una complicanza che affligge i pazienti sottoposti a chemio e/o radioterapia. La patogenesi della MO comprende una complessa cascata di eventi biologici e microbiologici in cui citochine infiammatorie, messaggeri secondari, specie reattive dell’ossigeno e il microbioma orale contribuiscono al danno mucoso. MO è considerata come una patologia “panmucosale” che si sviluppa in varie fasi patobiologiche e che ha un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, è associata ad un aumento dei costi e del rischio infettivo. La Clorexidina (CHX) è un antisettico topico, largamente utilizzato nei setting oncologici e di TCSE, approvato per il controllo della placca dentale e il trattamento delle gengiviti. Tuttavia, le Linee Guida Internazionali MASCC/ISOO (2014) e ESMO (2015) non supportano l’uso della CHX nei pazienti sottoposti a chemioterapia e nei pazienti sottoposti a TCSE per evidenze conflittuali (1; 2). Obiettivo della revisione sistematica è valutare l’effetto della Clorexidina nella prevenzione e nella riduzione della severità della MO nei pazienti con cancro, ed eseguire una metanalisi con particolare riferimento ai pazienti sottoposti a chemioterapia o TCSE.
Tre revisori indipendenti hanno valutati 98 studi riducendo il numero a 12 alla fine della fase qualitativa, solamente 9 studi sono stati inclusi nelle metanalisi. Sono state eseguite ove possibile analisi per sottogruppi. Gli studi presentano grande eterogeneità per quanto riguarda le popolazioni in studio (5 H&N, 5 TCSE, 1 LAM, 1 Cancro Gastrico), gli approcci utilizzati (durata, tempi, frequenze, dell’utilizzo di CHX, concentrazioni e formulazioni del prodotto), il numero di pazienti (da 16 a 225), varietà di interventi di controllo (acqua, soluzioni saline, placebi con formulazioni varie), scale di misurazione del grading (WHO, NCI-CTC, OAG, altre scale).
Outcome Primario: Incidenza di MO
Quattro su 12 studi riportano l’incidenza della MO con eterogeneità statisticamente significativa (Q-test p=0.083; I2 = 51%). Pooled results in modelli di effetti casuali, hanno mostrato che CHX non ha ridotto in modo significativo l'incidenza di mucosite rispetto al placebo (RR = 0,655; IC 95% = 0,379-1,131; p = 0,129). Una analisi per sottogruppi è stata condotta riguardo la terapia ricevuta dai partecipanti negli studi: chemio-radioterapia, chemioterapia (compresi studi su TCSE), radioterapia. C'era significativa eterogeneità nel gruppo chemioterapia (Q-test p = 0,033; I2 = 78%). CHX non ha mostrato una riduzione statisticamente significativa di incidenza di mucosite rispetto al placebo in ognuno dei sottogruppi di pazienti.
Outcome Secondario: Cambiamenti nella severità della MO
Otto studi riportano le variazioni di grading in entrambi i gruppi, ma sono stati utilizzati strumenti diversi, di conseguenza è stato necessario standardizzate le differenze tra le scale per eseguire una sintesi statistica e poter combinare i dati. C'è una significativa eterogeneità nell'analisi complessiva (Q-test p <.001; I2 = 85%). CHX non ha ridotto in modo significativo la gravità della mucosite rispetto al placebo (SDM = -0,358, 95% CI -0,818 a 0,101; p = 0.127). Analisi per sottogruppi: nel gruppo chemioterapia, in cui sono compresi studi su pazienti TCSE, CHX ha mostrato un trend positivo di riduzione della gravità della mucosite rispetto al placebo, anche se i risultati non erano statisticamente significativi (SDM = -0,696 , 95% CI -1,403 a 0,012; p = 0,054). Ulteriori studi sono necessari per confermare questa tendenza verso la significatività.
Questa revisione sistematica ha mostrato che CHX non è significativamente efficace nel prevenire la mucosite orale e nel ridurne la gravità, in linea con le recenti LG MASCC/ISOO e ESMO. L'evidenza attuale non supporta la prescrizione routinaria e i costi di CHX fino a che non vengano eseguiti ulteriori studi.
2. Peterson DE, Boers-Doets CB, Bensadoun RJ, Herrstedt J; ESMO Guidelines Committee. Management of oral and gastrointestinal mucosal injury: ESMO Clinical Practice Guidelines for diagnosis, treatment, and follow-up. Ann Oncol. 2015 Sep;26 Suppl 5:v139-5